L’usanza deriva da una tradizione celtica. Quella di scendere in strada a mezzanotte in punto per festeggiare l’anno nuovo. Scambiandosi pezzi di carbone, simbolo dell’energia custodita nel cuore della Terra. Il cristianesimo se ne appropriò rivisitandola. E il carbone divenne così l’emblema del peccato. Una punizione, insomma. Come quella che tocca ai bambini cattivi. Che dalla Befana, nella notte dell’Epifania, non avranno altro in regalo.
Eppure, nell’accezione moderna, la festa del 6 gennaio, che con l’arrivo dei Re Magi, oltre al presepe conclude di fatto la ricorrenza natalizia, ha assunto tutt’altro significato. Attesissima dai bambini, ansiosi di appendere la tradizionale calza vuota sul camino per ritrovarla piena di dolci e regali, la Befana non è più temuta ma semplicemente amata. Se volete festeggiare un’Epifania che si rispetti, evitate di acquistare le calze preconfezionate. Compratene una vuota. E per riempirla non vi resta che assecondare la fantasia, tra cioccolato, dolcetti (meglio se fatti in casa), caramelle e dolciumi vari. Ma non mancate di aggiungere anche un tocco di tradizione: qualche mandarino (un lusso ai tempi dei nostri nonni), noci, mandorle e nocciole. E non dimenticate di aggiungere anche un regalino. Se invece il destinatario è troppo cresciuto per i giocattoli, andrà benissimo un libro, un porta-cellulare, un disco o un capo di abbigliamento.
Per una Befana perfetta ci vorrebbe un bel camino per appendere la calza. Ma non temete, l'albero di Natale andrà benissimo lo stesso. E ricordate, l'Epifania va assolutamente onorata e festeggiata. Si tratta di una festa propiziatoria. Animata da quella simpatica vecchietta, simbolo di un anno che se ne va e di un altro che arriva. A cavallo di una scopa.